Dolci

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In una società povera e frugale come quella antica, le prime elaborazioni dolci, nate arricchendo il pane, furono per molto tempo riservate esclusivamente alle grandi solennità. Queste preparazioni si modellavano nelle forme più diverse (parti animali o umane) per usarle quali offerte votive agli dei.

Nel mondo greco e romano i dolci venivano preparati con uova, farina di grano o avena, latte, miele e vino; gli ingredienti delle farciture erano mandorle, datteri, fichi, mele cotogne, noci e formaggi molli. L’arrivo del Medioevo non portò sostanziali innovazioni a queste elementari forme di pasticceria, preparate sopratutto nelle corti e nei conventi.

Dopo l’anno Mille, grazie ai mercanti arabi, i dolci s’arricchirono delle spezie, dei distillati e dell’aroma degli agrumi. Nei ricettari del XIV sec. c’era abbondanza di cannella, vaniglia, pepe e zafferano. Offelle, frittelle, marzapanetti e panpepati erano le ricette più celebri, ma diverse fonti indicano anche confetti, mostaccioli e torroni. Un’evoluzione importante nell’arte bianca pasticcera cominciò da fine Cinquecento: prima grazie alla maggiore disponibilità di zucchero (indispensabile a confettare la frutta), poi per l’affermarsi di creme, cioccolate, paste frolle e paste sfoglia.

Le moderne torte farcite diventarono realtà solo a fine ‘600. Le torte con l’impasto di burro si affermarono ai primi del ‘700, mentre i golosi dovettero attendere l’inizio dell’Ottocento per godere delle torte a base di uova e cioccolata.

Se fino ai primi decenni del ‘900 i dolci erano riservati sopratutto alle tavole di festa delle classi superiori, con la metà del XX sec. la produzione industriale li impose sulle tavole quotidiane di ogni ceto sociale.

Fonte: Taccuini Storici

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